rossaurashani

Uccidere il padre……

In politica on 12 luglio 2008 at 10:43

Ho trovato sul sito di Radio radicale tutto il programma, gli interventi e le risposte di Veltroni al dibattito dal titolo
“Superare il passato, liberare il futuro: la necessità di uccidere il padre”

I Mille – Le cose cambiano. Assemblea nazionale – Idee per un’Italia senza perpetui.

I Mille tanto per avere un’idea di chi siano
Il tema trattato è il ricambio generazionale all’interno di un partito politico, Una cosuccia da poco visto l’incollamento dei vecchi politici alle loro postazioni e alle loro idee.
Se ovviamente trovate difficoltà ad ascoltarvi tutto, vi manderei pie’ pari all’intervento di Marta Meo (coordinatrice di circolo) e alla successiva risposta di Walter Veltroni, solo una decina di minuti, forse meno, che potrebbero chiarire le difficoltà del partito maggioritario della sinistra, ma anche (Crozza docet) i fermenti che ne animano e rendono viva la base.
Finalmente si parla di una politica senza perpetui e sopratutto senza cloni.
Buon ascolto
Ross
uccidere il padre
i mille

  1. Purtroppo niente è più arduo come il ricambio generazionale (in particolare in politica, ma non solo)

    Viene quasi nostalgie per le scuole di partito, naufragate per colpa dei costi eccessivi e del montare dell’anti politica. Certo, nessuna nostalgia per i quadri formati alla scuola, ma guardando alla deriva della società (in)civile.

    Il ricambio dovrebbe partire dalle semplici regole legate alla non conferma del mandato dopo un certo termine (senza NESSUNA eccezione) alla possibilità di scelta di candidati ed eletti da parte rispettivamente della base e degli elettori.

    Ma sarebbe forse troppo semplice. magari anche un po semplicistico..

    Un sorriso venexiano.
    C

  2. Sono assertore convinto dell’importanza del merito, del fatto che le rendite oscurano lo sviluppo intellettuale dei songoli e dei sistemi.
    Onestamente mi sembra un pò poco per far uscire un evo dal guado del non-senso
    Parole d’ordine:
    Gente, comunicazione, consenso, sviluppo, competenza, meriti. elezioni.
    Mai compare: senso, futuro, felicità.

  3. @ Carlo
    Come sai bene asserisco anch’io la necessità di uccidere il padre, anche se questo atto ha più un senso simbolico che una reale valenza di dimostrazione di autonomia e autodeterminazione.
    Purtroppo alcuni giovani della politica dimostrano serie difficoltà di rapportarsi con la realtà, ma parafrasando Lenin e anche Audrey “Autoreferenzialismo malattia infantile del riformismo”. 😀

    @ Alessandro
    Non capisco bene a cosa ti riferisci. Se intendi il merito come la qualità da premiare fine a sè stessa oppure come la vera capacità all’interno della politica di trascinare le folle, di traghettare ottime idee da teoriche a pratiche…. ma forse ti riferivi al fatto che giovani o vecchi, chi è capace deve poter essere “spremuto” a dovere e gli si deve riconoscere la leadership.
    Bene, potrei condividere, ed è facile, ciò che non mi è chiaro quale sia il metro da usare per la meritocrazia e quale sia il giudice.
    Per le tre ultime qualità di quello che dovrà essere il nostro mondo futuro, sono più che d’accordo ad inserirle pari merito delle altre, e ne aggiungerei altre due se mi consenti,
    solidarietà e sostenibilità,
    ma forse sto chiedendo troppo.
    Grazie per l’intervento, gradirei avere altre suggerimenti e commenti, se ti farà piacere.
    Ciao Ross

  4. Mi rendo conto che il mio commento era un pò stringatello.
    Intendevo dire che il tema dell’accesso all’esercizio del potere, della conoscenza c’è.
    Tuttavia non riesce ad appassionarmi.
    Trovo pochissimi luoghi dove si ponga il problema del senso.
    Credo che la sinistra sia afflitta da un vuoto di riflessioni sui fini.
    Ho letto e sentito un pò di interventi dell’assemblea de “i mille”.
    Pochi cenni su temi che vadano nelle definizione di una nuova identità.
    Se hai voglia di leggerlo ho scritto un post su questo.
    http://www.alessandroguidi.net/?p=174
    Ciao
    Alessandro

  5. Sei così sicura che ci sia tutto questo fermento e vivacità nella base del PD?
    Mah…
    Sono pessimista, lo so, ma in questo momento la vedo così.
    Ciao, Audrey 🙂
    P.s. Su la tua coordinatrice..ne parleremo in privato 😛

  6. @ Audrey

    Sicura del fermento? Credo di sì, visto che ne vivo in parte le vibrazioni, ma come sempre, dopo tanti assaggi, personalmente non sono ancora pronta a farmi coinvolgere.
    La mia lettura, a te posso dirlo, è veramente sconfortante. Questo partito è nato da una tensione nova, forse necessaria, si è dotato di obblighi morali precisi, ma…… ma…. è imbrigliato nei vecchi percorsi di partito, no meglio di partiti….. le inclusioni sono inclusioni e non si stanno amalgamando. I vecchi uomini di partito tendono alla creazione della loro area di movimento(leggi pure corrente se vuoi), cercano di conservarsi la loro politica non quella del partito. Veltroni è un politico troppo poco coraggioso per essere di sinistra, quindi è un politico di centro, riformista (ma quando mai parteciperà alle riforme con un governo simile alla guida del paese?) moderato e pertanto non rappresentativo…. se non per una “classe” di borghesi, moderati, democratici, rampanti.
    La mia coord. è tra questi, d’altra parte esce da i DS è ha già una visione “edulcorata” della realtà.
    Pronta al salto, pronta anche alla radicalizzazione nel territorio, qualsiasi cosa questo voglia dire, ma non ancora pronta ad affrancarsi dal padre o troppo moderata per darci un taglio netto.
    Se hai potuto ascoltare altri interventi tipo quello di Zoro (Diego Bianchi) o quello di Civati o anche quello di Calearo, ti accorgi che l’anima c’è, ma quello che manca, secondo me è la linea comune politica. Sembra una sciocchezza, ma per esempio il federalismo non è digerito da tutti, tra quelli c’è chi pensa ad un PD del nord….. insomma il PD è troppo convenzionale, troppo permeato di perbenismo, troppo debole ideologicamente.
    Guarda per esempio la nuova vicenda di Del Turco e C. non sarebbe ora di sospendere almeno fno a nuovo ordine i personaggi in odore di mafia e disonestà. Questo non vuol dire abbandonarli, ma dare un rigore veramente nuovo al partito.
    Ma sarò io, come sempre, uno spirito libero senza vincoli mentali ed non asservita all’opportunismo di partito che inimmaginabili alla politica di oggi.
    Parlarne è giusto, ma dare un’alternativa è quasi impossibile.
    Ciao Ross

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